Le Arti Marziali giapponesi sono nate nel Medioevo in Giappone come pratica di guerra dei Samurai. La parola ”marziale” infatti significa lottare, combattere. Concepite quindi più come allenamento al combattimento, che non come sport ricreativo, rappresentavano un’arma potente per la gente comune giapponese medievale.

La maggior parte di esse furono importate dalla Cina, gradualmente modificate fino a farne nascere nuove forme. Le Arti Marziali giapponesi differiscono da quelle Cinesi in stile, prediligendo gli attacchi in linea retta piuttosto che circolare, inoltre comprendono una vasta serie di scuole e di stili.

Elencarli tutti risulterebbe impresa a dir poco impossibile. Si può però fare una suddivisione generale, che comprende cinque diverse arti da combattimento, quali: Karate , Aikido , Juijutsu, Judo Kendo.

 

Vediamo brevemente in cosa differiscono e quali sono le loro caratteristiche principali:

-Karate-Do: in giapponese significa ”via della mano vuota”, ed è appunto un sistema di combattimento senza armi che prevede l’uso di pugni, calci con relativa difesa con braccia e gambe. A colpire sono le mani, i piedi, gli avambracci, le ginocchia e i gomiti, temprati da rigidi allenamenti su tavole di pino fino a diversi centimetri di spessore. Sincronizzazione, tattica e spirito sono però considerate tanto importanti quanto lo è la tempra del fisico.

Evolutosi in Oriente per secoli, fece la sua apparizione in Giappone nel 1920, dando vita a diverse scuole e stili, ciascuno dei quali ha sviluppato tecniche e metodi di allenamento diversi.

Come altre discipline di combattimento orientali, anche il Karate si basa sulla concentrazione, sui rituali di cortesia e su svariati metodi di combattimento, che variano a seconda del colore della cintura.

 

-Aikido: in giapponese significa ”armonia spirituale”, utilizza tecniche di proiezione e il suo obiettivo è quello di trasformare la forza dell’attaccante in un attacco contro lui stesso. Sono anche utilizzate pressioni sui centri nervosi vitali.

L’Aikido nasce più per soggiogare che non per mutilare o addirittura uccidere come nel Karate, anche se alcune delle sue mosse possono essere fatali. Principio fondamentale é il raggiungimento della completa tranquillità mentale e totale controllo del corpo per vincere l’avversario.

 

Jujutsu o Jujitsu o Jiu-Jitsu: il termine significa ”gentile arte” anche se in realtà si basa su tecniche di annientamento del nemico.

E’ molto efficace in caso di difesa contro un avversario armato. Si basa su tecniche di immobilizzazione e di base con movimenti circolari sulla forza che proviene dall’avversario usata contro lui stesso.

Il principio fondamentale del Ju-Jitsu è quello di conquistare il nemico usando tutti i mezzi disponibili con una forza minima. Il Ju Jitsuan deve essere in grado di giudicare la forza di un attacco e utilizzarlo contro l’aggressore.

 

-Judo: in cinese significa ”in modo gentile” ed è un combattimento a mani nude. Oggi è uno sport, ma originariamente è uno stile del Jiu-Jitsu giapponese. Le regole sono complesse e l’obiettivo é quello di annientare l’avversario attraverso prese alle braccia o al collo. La tecnica é quella di sfruttare la forza dell’avversario a proprio vantaggio, piuttosto che opporsi.

 

-L’abito tipico noto come judogi, è composto da giacca e pantaloni di tela bianca e le cinture stanno ad indicare il livello di apprendimento degli allievi, dalle bianche che sono indossate da novizi, alle nere dai maestri con una serie di colori tra le due.
-E’ stato incluso nei Giochi Olimpici di Tokio nel 1964.